Il matrimonio


I MATRIMONI CHE DURANO NEL TEMPO

Nonostante sia più facile trovare dati e analisi sul divorzio, mai come oggi tante persone convivono con lo stesso partner per tanti anni, a causa del vistoso allungamento della vita.

Quali sono i segreti di un rapporto stabile, che prima o poi non ha più a che fare con quello che era all’inizio?

Quali sono i comportamenti, i pensieri, i sentimenti, i discorsi e i giudizi propri di una coppia che dura nel tempo?

Amore
Una relazione speciale nasce su un codice di comunicazione condiviso per esprimere, coltivare o negare i sentimenti, e per scambiarsi informazioni sia sul mondo esterno che sulla coppia stessa. Questa comunicazione genera una percezione e una visione del mondo comune, che rende prevedibile e affidabile sia il mondo interno che quello esterno alla coppia.

Maturità rassegnata
In una coppia che dura nel tempo, non conta tanto il fatto che si risolvano tutti i conflitti, ma il come si cerchi di risolverli, magari invano. Le coppie ragionevolmente felici affrontano le difficoltà non con l’aggressione e il disprezzo, ma tramite diversivi e con senso dell’umorismo, attenzione e rispetto. Si tratta, dunque di rimpiazzare la sopportazione del partner con una autentica tolleranza.

Perdonare e dimenticare
Nel corso di un matrimonio certe aspettative vengono deluse e certe pretese rimangono insoddisfatte. Per queste delusioni e offese ci aspettiamo un risarcimento, in base ad un’idea di giustizia ed equità, che nel campo delle relazioni è però un’illusione. Quanto vale un tradimento? Quanto vale un’offesa? Ognuno decide sempre in maniera estremamente personale la gravità del danno che ritiene debba essere risarcito e la promessa di parità non si realizza. Il miracolo sta nel fatto che lo si sopporta. Il miracolo nasce non tanto dalla rinuncia, quanto dalle possibilità offerte dal perdono, un procedimento arcaico che permette di pareggiare i conti e di andare avanti. La memoria della colpa incatena al passato e priva della capacità di agire, limitando la libertà di avviare qualcosa di nuovo.

Illusioni positive
Più che una visione realistica del partner, nei matrimoni duraturi è presente una certa quota di illusione positiva, una valutazione reciproca basata su errori sistematici. Quando gli innamorati si vedono e si mostrano nel loro lato migliore, non danno un’immagine falsa, accentuano solo una parte della loro realtà. Che non sia tutta la verità se lo rinfacceranno più tardi, durante il divorzio, dove la disillusione è totale (‘ho capito solo adesso chi ho sposato’). Anche questa è una forma nuova di illusione, ma evidentemente con una illusione positiva si vive meglio.

Rinuncia alla felicità
Due persone possono arrivare alla disperazione e spesso la causa è che decidono di convivere e magari di sposarsi per essere felici insieme. Spesso è facile scambiarsi una promessa impossibile da mantenere, piuttosto che promettere cose che si possono anche realizzare. Di fronte ad un obiettivo così totale, è facile sentirne il peso e assumersi la responsabilità per ogni passo falso, vissuto come fallimento. Se non si pone la felicità come obiettivo finale della sua crescita, un matrimonio può ben dare quel tanto di felicità che gli compete.

Essere amici
L’amicizia non mira né all’utilità, né al piacere, è fine a se stessa. Ha bisogno di tempo per realizzarsi, legando insieme libera volontà e dovere morale. Ma soprattutto è una pratica, del dare, del prendere e del condividere, è legata al partecipare alla vita comune, a tutto quello che viene chiamato ‘vita quotidiana’.

Ribellione al moderno
La nostra epoca è caratterizzata da velocità, scadenze, consumi. Anche le relazioni di coppia e il matrimonio sono percepiti come oggetti di consumo. In un matrimonio che invece mira alla lentezza, alla stabilità e alla mediazione, chi resta fedele al vecchio modello e si sforza di migliorarlo è oggi considerato un ‘anormale’. Perché riparare se si può cambiare un pezzo che non funziona?

Da: Arnold Retzer, in Psychologie Heute, 4, 2008
trad. it. Gabriele Noferi, in Psicologia Contemporanea, mag-giu 2009, n.213

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